Nuove strategie Panizzolo per il rilancio post-emergenza

Nuove strategie Panizzolo per il rilancio post-emergenza

La situazione eccezionale causata negli ultimi mesi dal COVID-19 ha cambiato molte nostre abitudini lavorative con nuove sfide logistiche, sanitarie e produttive. Diventa quindi fondamentale trovare nuove strategie per superare l’attuale emergenza, dato che le misure di contenimento del coronavirus differiscono da paese a paese.

Con spirito di rilancio produttivo Panizzolo Recycling Systems ha riaperto dal 4 maggio le sue sedi vicino a Padova. Nel rispetto del DPCM del 16 aprile 2020 abbiamo preventivamente elaborato il recente protocollo di sicurezza nazionale, informando e formando adeguatamente tutti i nostri collaboratori, sia per lavorare in completa sicurezza sia per accogliere adeguatamente tutte le aziende del settore.

Assieme ai collaboratori abbiamo scelto fin da marzo di proseguire l’attività produttiva con l’aggiunta di adeguate misure sanitarie. Questa è proseguita fino al lockdown nazionale, senza alcuna ripercussione sulla salute dei lavoratori, portando avanti la fitta pianificazione produttiva e permettendoci di riaprire a maggio efficientemente e in sicurezza.

Durante tale periodo i nostri uffici service e commerciale hanno affiancato da remoto tutte le aziende di riciclaggio, con medesima efficienza e professionalità. Allo stesso modo abbiamo rassicurato i nostri collaboratori creando un apposito canale di comunicazione e pubblicando costanti aggiornamenti. Per garantire maggior tutela possibile Panizzolo Recycling Systems ha anticipato direttamente la cassa integrazione straordinaria e condiviso una dettagliata strategia di rilancio produttivo, permettendoci ad oggi di procedere sulla strada degli obiettivi prefissati.

Prevediamo nel 2020 importanti cambiamenti nel settore del trattamento rottami metallici, complice anche il nuovo piano d’azione per l’Economia Circolare dell’Unione Europea.

Per superare questa crisi sempre più aziende di riciclaggio punteranno a cicli di trattamento End-of-Waste, cercando adeguati fornitori tecnologici. In questi mesi Panizzolo Recycling Systems ha lavorato su più fronti, sviluppando le proprie abilità commerciali e progettando una nuova serie di macchinari per il riciclaggio che presto saranno lanciati sul mercato. Coerenti con la nostra mission e vision, queste nuove tecnologie per il riciclaggio permetteranno alle aziende di ampliare le performance produttive, logistiche e di qualità della materia prima secondaria in output.


La qualità di revisione dei macchinari di riciclaggio Panizzolo

La qualità di revisione dei macchinari di riciclaggio Panizzolo

Revisione e rigenerazione dei nostri macchinari per il riciclaggio usati: “In questa fase seguiamo le stesse direttive che applichiamo per il collaudo dei modelli nuovi.”

Per il team Panizzolo Recycling il rientro di un macchinario per il riciclaggio usato è sinonimo di nuovo potenziale a servizio delle aziende di trattamento rifiuti, desiderose di sviluppare i propri business di macinazione e raffinazione dei rottami metallici. Per questo motivo tutti i nostri macchinari per il riciclaggio, compresi i modelli revisionati, devono rispettare una politica di qualità finalizzata a massimizzare l’investimento del cliente.

Oggi vi mostriamo come concretizziamo questo percorso, tramite due mulini mobili usati recentemente rientrati dopo quasi dieci anni di servizio e che presto torneranno operativi presso due aziende europee. Sandro Tiozzo (Production Manager) e Denis Zanin (Electronics & Automation Manager) dirigono il team incaricato degli interventi e ci spiegheranno quali procedure applicheranno.

 

Come avete operato, fin dall’inizio, con questi due mulini a martelli?
A seconda di quanto emerso nel briefing operativo, i macchinari per il riciclaggio usati rientrati posso seguire due iter: revisione o rigenerazione. Oggi, per questi due modelli, un’apposita squadra di meccanici ed elettricisti eseguirà un lavoro di revisione. Appena rientrati abbiamo eseguito un check visivo sia esterno che interno. Abbiamo elencato tutto quello che era da sostituire sia per motivi di usura che per standard di integrità. Lo step successivo sarà il completo smontaggio meccanico ed elettrico.

Come valutate gli elementi da sostituire?
Praticamente seguiamo due logiche. Se durante il check rileviamo componenti palesemente usurati, rotti o mal funzionanti vengono subito segnalati e sostituiti con altri di pari qualità o superiore. A seconda dei casi possiamo anche prevedere un radicale upgrade tecnologico, com’è accaduto alla centralina oledinamica di uno dei due mulini a martelli usati. Seguiamo invece un procedimento speciale per quei componenti soggetti ad usure “borderline”.

In pratica la nostra esperienza ci permette di prevedere il comportamento del componente nel prossimo futuro e anticipare eventuali disagi produttivi. Viene dunque preventivamente sostituito per evitare al cliente rischi di questo genere.

Facciamo un esempio concreto. Durante il check di uno dei macchinari per il riciclaggio usati abbiamo visto che una corazza del cofano era usurata ma poteva ancora lavorare. Tuttavia gli anni di macinazione l’avevano consumata in maniera particolare. Abbiamo dunque analizzato come si sarebbe consumata nel prossimo futuro e  abbiamo deciso di sostituirla perché avrebbe messo a repentaglio l’efficienza produttiva. Queste meticolose fasi di analisi sono guidate anche da una procedura aziendale consolidata, che ci guida fino al controllo di tutta la viteria della macchina.

Come procedete dal punto di vista elettrico ed elettronico?
Siamo sempre in continua evoluzione sia dal punto di vista software che della componentistica elettrica. Sarà quindi fisiologico che gli impianti di riciclaggio usati non siano aggiornati come quelli nuovi. Tuttavia cerchiamo sempre di eseguire quanti più aggiornamenti possibili, così che i modelli revisionati siano al pari passo con quelli nuovi.

I due mulini mobili usati per esempio hanno circa dieci anni di servizio alle loro spalle. Procederemo ad implementare molti aspetti come la tele-assistenza, i sensori di prossimità, il circuito di sicurezza e molto altro.

Oltre agli aggiornamenti facciamo approfonditi check elettrici. La mia squadra non si sofferma agli elementi non funzionanti ma ricontrolla tutti i componenti e i cablaggi. Il quadro elettrico viene aperto, pulito da cima a fondo e ogni componente ispezionato. In questi due impianti di riciclaggio usati e revisionati la pulsantiera per la manutenzione è un elemento fortemente soggetto ad usura. Di conseguenza verrà smontata, ispezionata e se necessario completamente sostituita. Avremo particolare cura di aggiornare il software di gestione e controllo. È molto importante per la produttività dei nostri sistemi di riciclaggio e la nostra azienda investe continuamente per progettare aggiornamenti. In un mulino mobile usato sarà sostituito un terminale operatore, mentre per il secondo verrà aggiornato il plc.

Procedete anche con il completo smontaggio del macchinario?
Assolutamente. I due mulini a martelli verranno smontati dal punto di vista meccanico, oleodinamico ed elettrico. Mulino, culla, nastri e rotore saranno estratti, puliti ed esaminati per individuare eventuali anomalie. Il rotore, componente che per natura è più soggetto alla macinazione, viene completamente smontato e revisionato. Si esaminano i cuscinetti, si controlla la bilanciatura e viene quindi riportato ad un ottimale stato lavorativo. L’olio viene drenato e sostituito, mentre ogni tubo e pistone sottoposto ad ispezione. Al termine dei lavori viene tutto ingrassato, lubrificato e montato nuovamente al suo posto.

Ci vuole molto tempo per le operazioni di revisione?
Per fare un lavoro fatto bene ci vuole sempre il giusto tempo. Tuttavia i nostri macchinari per il riciclaggio sono stati progettati per la semplicità di manutenzione. I miei uomini quindi sono sempre in grado eseguire i lavori in tempi molto brevi, in sicurezza e ottimizzando tutte le operazioni. La culla brevettata è l’esempio perfetto: una volta estratta la possiamo posizionare comodamente a terra e abbiamo completo accesso alla camera di macinazione. Infine i mulini a martelli Panizzolo sono macchinari solidi e robusti. Questi due modelli hanno lavorato per quasi dieci anni con motori elettrici, RSU e profili di alluminio. Abbiamo pulito ed esaminato tutta la carpenteria senza trovare alcun tipo di lesione o cricca.

Come ultimate le operazioni di revisione?
Terminati i lavori meccanici ed elettrici i macchinari per il riciclaggio vengono assemblati e testati qui in sede. In questa fase i miei uomini seguiranno le stesse direttive applicate al collaudo dei modelli nuovi. Eseguiremo tutti i test meccanici ed elettrici programmati prima della consegna al cliente, in modo da evitare imprevisti o problematiche durante l’installazione e fare in modo che i nostri tecnici si concentrino il più possibile sulla formazione degli operatori.

La vera vittoria finale, che siano impianti di riciclaggio usati o nuovi, è far comprendere a chi ci deve lavorare come sfruttare correttamente tutte le potenzialità produttive. Solo in questo modo possiamo veramente dire di aver raggiunto il nostro obbiettivo.


IL GLOBAL RECYCLING DAY E LA COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI PADOVA

IL GLOBAL RECYCLING DAY E LA COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI PADOVA

Annualmente ricade il “Global Recycling Day” e “L’Earth Day” rispettivamente a marzo e aprile. Tema di quest’anno sono i “Recycling Heroes”, ossia quelle persone che ogni giorno contribuiscono ad un futuro più verde per il nostro pianeta. Con queste premesse Panizzolo Recycling Systems ha organizzato, grazie alla collaborazione della Dott.ssa Antonella Panizzolo, uno specifico web open day per gli studenti del corso di studio "Tecniche della prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro" dell’Università di Padova.

Per le aziende è importante portare maggiore conoscenza sulla concretezza lavorativa e fornire agli studenti maggiore professionalità nei loro futuri ruoli. Ne parliamo meglio con la dott.ssa Antonella Panizzolo, docente del corso presso l’Università di Padova.

Con la recente emergenza COVID-19 abbiamo dovuto modificare il programma per motivi di sicurezza, trasformandola in una online lesson. Tramite filmati e interviste abbiamo mostrato per quali motivi la nostra azienda è certificata nella produzione di materia prima seconda e in che modo operano i nostri impianti a ciclo di trattamento End-of-Waste.

Ci può fare una breve presentazione di lei, del suo percorso di studio e della sua carriera all’Università di Padova? 


Ho conseguito la laurea in Tecniche della Prevenzione presso l’Università degli Studi di Padova e svolgo, da  20 anni, l’attività di tecnico della prevenzione presso un ente pubblico dove mi occupo sia di ambiente sia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Quali sono gli obiettivi dei corsi di studio che dirige?

Dal 2014 e fino al corrente anno accademico 2019/2020 mi è stato attribuito un contratto per l’insegnamento di Prevenzione Verifica e Controllo dell’Ambiente e Prevenzione degli Infortuni (Classe: L/SNT4 – Professioni sanitarie della prevenzione) nel corso omonimo abilitante alla professione sanitaria di tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro di cui al D.M. 58/97. Il Decreto Ministeriale citato che istituisce  la figura del Tecnico della Prevenzione lo definisce come quell’operatore sanitario che, “in possesso del diploma universitario abilitante, è responsabile, nell’ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria. Il Tecnico della Prevenzione svolge attività istruttoria, finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico sanitari per attività soggette a controllo”.

Per quanto concerne la docenza, il corso universitario si articola in lezioni frontali, esercitazioni e visite guidate negli impianti di riciclaggio maggiormente significativi per la formazione degli studenti quali possono essere le discariche, i depuratori, gli impianti di compostaggio e gli impianti di gestione di rifiuti. Fondamentale per gli studenti è la conoscenza della normativa ambientale che comprende in primis lo studio del testo unico ambientale, il D. Lgs.n. 152/06 e s.m.i. con particolare riguardo alla parte IV relativa ai rifiuti, nonché la normativa tecnica di settore soprattutto in materia di recupero.

 

Credo sia importante che gli studenti possano acquisire, parallelamente alle conoscenze teoriche, le applicazioni pratico-tecniche e i principi fondanti della prevenzione e protezione degli ambienti di vita e di lavoro e in questo senso è fondamentale per loro poter visitare gli impianti di riciclaggio.

Al termine del percorso di studio, quali sono i ruoli che andranno a ricoprire i suoi allievi?

Il corso di laurea in Tecniche della Prevenzione prepara gli studenti a svolgere la futura attività professionale come “professionisti della salute” sia nel Servizio Sanitario Nazionale – nell’ambito della prevenzione, controllo e vigilanza – sia in regime di libera professione.

I Tecnici della prevenzione alle dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale o delle Agenzie per l’Ambiente potranno collaborare con l’Amministrazione Giudiziaria per indagini di interesse sanitario e ambientale, svolgere compiti ispettivi e di vigilanza e attuare controlli al fine di accertare l’idoneità autorizzativa nonché formulare pareri sulle irregolarità rilevate mentre, nel settore privato, potranno occuparsi di consulenza in materia di Igiene degli Alimenti, Protezione Ambientale, Sanità Pubblica Veterinaria, Igiene e Sanità Pubblica o Sicurezza nei Luoghi di Lavoro.

 

Ci può spiegare l’importanza della sua iniziativa nell’accompagnare i suoi allievi a visitare le aziende che intervengono nel trattamento dei rifiuti?
 

Ritengo molto importante che gli studenti possano vedere de visu quali sono le attività di recupero che, partendo da volumi di rifiuti, consentono di ottenere materie prime come avviene nel caso della vostra azienda che si occupa sia della trasformazione dal rifiuto a risorsa e parallelamente si occupa di produrre mulini a martelli per la valorizzazione dei metalli pronti alla vendita sul mercato. A fianco dell’attività di formazione in impianto di riciclaggio il programma d’insegnamento si occuperà di analizzare le procedure autorizzative alle quali sono soggette le aziende che si occupano del recupero dei rifiuti.

 

Annualmente il 18 marzo ricade il “Global Recycling Day”. Quest’anno il tema sarà “Recycling Heroes” per riconoscere le persone che maggiormente contribuiscono per un futuro ecologico del nostro pianeta. Secondo lei i suoi allievi saranno i prossimi Recycling Heroes? In che modo?

Nel mondo giovanile c’è molta più consapevolezza delle problematiche e criticità ambientali rispetto a quella delle generazioni “adulte”. I giovani stanno dimostrando un forte interesse alle tematiche ambientali dall’inquinamento al riscaldamento globale del clima e i movimenti dei Fridays for future per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico – che vedono come prima attivista Greta Thunberg – ne sono una dimostrazione. In questo senso anche gli studenti di questo corso hanno tutti i titoli per essere candidati Recycling Heroes.

 

Secondo lei cosa dovrebbero fare le aziende di trattamento rifiuti per ridurre l’impatto ambientale?

Nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti e l’UE al fine di promuovere il passaggio e lo sviluppo dell’economia circolare alternativa all’attuale economia lineare sta aggiornando la propria legislazione in materia di rifiuti.

Le imprese del settore spesso mancano in consapevolezza e conoscenze per mettere in pratica le soluzioni di economia circolare, altre volte non risultano sufficienti gli investimenti nel miglioramento dell’efficienza o sono considerati rischiosi e complessi. È pertanto opportuno, a mio parere, che le aziende stabiliscano un rapporto con i centri di ricerca universitari.


ECONOMIA CIRCOLARE E GREEN BUSINESS: QUALI NOVITÀ DALL’UNIONE EUROPEA PER LE AZIENDE DI TRATTAMENTO RIFIUTI?

ECONOMIA CIRCOLARE E GREEN BUSINESS: QUALI NOVITÀ DALL’UNIONE EUROPEA PER LE AZIENDE DI TRATTAMENTO RIFIUTI?

Nel caso di attività che operano nella valorizzazione dei rifiuti e dei rottami, un ulteriore aiuto di rilancio economico potrebbe venire dalla cosiddetta “Finanza Verde”.

La presidente della Commissione UE Von der Leyen in queste settimane ha sottolineato massima vicinanza ai governi nazionali, specialmente con l’Italia che rappresenta un esempio virtuoso nella gestione della crisi COVID-19. L’economia resta una priorità da far ripartire, salvaguardando aziende e mercato del lavoro.

Le prossime mosse da Roma e Bruxelles saranno dunque cruciali per stabilizzare i mercati e promuovere investimenti che sappiano riportare liquidità nelle casse delle imprese. Nel caso di attività che operano nella valorizzazione dei rifiuti e dei rottami, un ulteriore aiuto di rilancio economico potrebbe venire dalla cosiddetta “Finanza Verde”.

Nata nel 2007 con il lancio dei primi eco-bond, il green business o Finanza Verde ha lo scopo di supportare economicamente quei progetti che recano un vantaggio all’ambiente. Dopo una partenza a rilento, nell’ultimo decennio si è registrato un incremento degli investitori e la conseguente necessità di controlli più serrati. Verso questa direzione si sta muovendo la Commissione Europea che, nei primi mesi del 2020, ha approvato un piano d’azione a favore dell’Economia Circolare.[1]

Analizzando tale documento si notano subito due strategie di fondamentale importanza. Da una parte il regolamento vuole scollegare la crescita economia con l’estrazione di nuove materie prime e di conseguenza  promuovere i cicli di riciclaggio End-of-Waste. Così facendo l’UE punta a mantenere il più possibile le risorse all’interno del circuito economico e mette in atto l’appello lanciato dal BIR durante l’ultimo congresso a Budapest. Il regolamento al momento ingloba categorie merceologiche come gli elettrodomestici, l’elettronica e i veicoli fuori uso, con possibilità di allargare il campo d’azione.

Altro punto del documento approvato è la “tassonomia verde” per classificare quali investimenti finanziari possano fregiarsi dell’etichetta di “sostenibile”. La tassonomia è la base fondamentale nel pacchetto normativo sul green business. Permetterà di creare un linguaggio comune per gli investitori e consentirà di dare punteggi ambientali ai progetti.

[1]https://www.ilsole24ore.com/art/piano-ue-l-economia-circolare-obbligo-una-quota-materiali-riciclati-e-torna-cavetto-universale-AD3PtuC

Con questo piano d’azione si vogliono orientare maggiori flussi di capitali verso investimenti verdi. Regole più chiare, trasparenza e credibilità saranno le carte vincenti per incentivare gli investitori ed evitare il rischio di greenwashing (ossia un metodo fraudolento che si avvale dell’ecologia solo come facciata).

Questo piano è stato approvato agli inizi di marzo e programmava tempistiche abbastanza lunghe per entrare in vigore. Tuttavia l’emergenza COVID-19 che sta attraversando l’Europa in queste settimane ha cambiato radicalmente le priorità.

Oggi la sfida più grande è trovare i giusti stimoli per far ripartire l’economia. Il recente regolamento per l’Economia Circolare potrebbe diventare, se concretizzato in tempi brevi, fonte di rilancio economico per le aziende di trattamento rifiuti. Il futuro del settore, come ha sottolineato sia il BIR che la nostra azienda, sta nella completa valorizzazione dei rifiuti e nella reintroduzione di materia prima seconda nel ciclo produttivo. Per l’UE sarà dunque necessario rivedere l’agenda d’attuazione in modo da concretizzare il piano il prima possibile.


INTERVISTA A MR. SCHUSTER

Intervista a mr. Schuster

Valorizzazione del rottame di alluminio tedesco con i mulini panizzolo

L’azienda Schuster Metall-Recycling GmbH ha sede a Wemding, in Germania. Situata a circa metà strada tra Monaco e Francoforte opera da anni nel trattamento di molte tipologie di rifiuti, con una specializzazione nel profilo di alluminio. L’esperienza tecnica e ingegneristica di Mr Schuster, unita alla conoscenza pratica del commercio dei metalli, gli permette di scegliere i corretti macchinari per massimizzare la valorizzazione di questi e conferirli direttamente nelle fonderie tedesche.

Ci può parlare di lei e della storia della sua azienda?

Fondata da mio padre e oggi gestita da me, abbiamo iniziato cinquant’anni fa con il semplice commercio dei metalli. Negli anni abbiamo poi deciso di specializzarci nel trattamento del rifiuto metallico. Abbiamo installato degli impianti di riciclaggio e incrementato di conseguenza la presenza nel mercato tedesco e  estero. Oggi l’azienda commercializza più di 3000 ton al mese di materia prima seconda che conferiamo direttamente in fonderia. Più o meno le vendite sono ripartite circa al 60% in Germania e 40% in paesi europei. Quello che tutt’oggi ci distingue nel mercato tedesco è l’efficienza degli impianti di riciclaggio con cui lavoriamo, l’output di alta qualità, la professionalità nei rapporti e la flessibilità di trattamento.

 

Da dove proviene la sua conoscenza tecnica degli impianti di trattamento?

Ho imparato direttamente sul campo, lavorando il materiale e ragionando come ottenerne il miglior risultato. Avendo molte macchine devo sempre avere ben chiaro a monte cosa voglio ottenere da ciascuna di esse.

Il prossimo obiettivo che voglio ottenere è migliorare ancora di più la qualità degli output. Non è un progetto semplice in quanto in questo momento c’è penuria di materiale nel mercato a causa della crisi del settore automobilistico.

Tra le aziende italiane e quelle tedesche c’è qualche similitudine?

Sì, sono molto simili. Trattiamo una vasta tipologia di rottami metallici ma siamo specializzati nell’alluminio. Per questo motivo molte volte commercializziamo con paesi esteri tra cui anche l’Italia. In linea di massima il mercato tedesco pretende una qualità di metallo un po’ più alta.

 

Con che tipo di impianti di riciclaggio lavorate? Dove conferite i loro output?

Nella nostra azienda operano impianti di trattamento cavi, presse, trituratori, sistemi di separazione e un mulino a martelli Panizzolo Mega 1100. Gli output prodotti per la maggior parte vengono conferiti in fonderie nazionali, ma anche in paesi come Italia, Austria e Polonia. Il mulino a martelli Panizzolo Mega 1100 per esempio lavora principalmente profilo di alluminio, il cui output viene trasformato dalle fonderie tedesche in materia prima principalmente per il mercato dell’automotive.

Perchè avete deciso di utilizzare un mulino a martelli?

Perché il mulino a martelli Mega 1100 ci permette di ottenere una qualità di alluminio perfetta per il conferimento diretto in fonderia. Un trituratore, per esempio, non ci permetterebbe mai di raggiungere questo obiettivo. Tutte le fonderie europee, e specialmente quelle tedesche, pretendono sempre maggiore qualità dal materiale che comprano. C’è qualità e qualità di alluminio. Per esempio le fonderie italiane vogliono un alluminio di qualità diversa dalle nostre perché hanno altri mercati di sbocco. Tuttavia questi standard stanno crescendo giorno dopo giorno.

 

Per quale ragione avete scelto i mulini a martelli Panizzolo?

Perché gli impianti di riciclaggio Panizzolo sono semplici da usare, non sono macchinari enormi e sono molto robusti. Totalmente adatti alle mie esigenze. Il primo mulino a martelli che ho acquistato da Panizzolo è stato il Flex 1000 Mobile drum. È stato uno dei primi mulini a martelli che ho utilizzato, quindi dovevo ponderare bene l’investimento. Il macchinario è stato all’altezza delle aspettative è ha lavorato per quasi dieci anni con una produzione media di 6 ton/h. Attualmente dal nuovo mulino Mega 1100 ottengo una produzione in output di 12 ton/h. Penso che arriverò facilmente anche alle 15 ton/h, in quanto sta lavorando al 70% delle sue potenzialità.

 

Cosa pensa della culla intercambiabile nei mulini Panizzolo?

Che è un’ottima idea e un’altro fattore di unicità che mi ha fatto scegliere di lavorare con voi.

L’alluminio profilo che compro non è sempre uguale e la culla mi garantisce flessibilità e velocità di settaggio nel Mega 1100. Le manutenzioni sono semplici, sicure e rapide consentendo di ridurre tutti quei tempi morti di fermo macchina. Inoltre nel prossimo futuro mi permetterà di eseguire veloci test di trattamento su altri rifiuti.

Altri plus che ha riscontrato nel mulino Panizzolo?

In generale mi piace tutta la logica di costruzione. Si vede subito che la progettazione è il frutto di anni di esperienza diretta nel settore. Io stesso ho creato il mio bagaglio di esperienza tecnica operando direttamente. Mauro Panizzolo e io abbiamo la stessa visione di quello che tecnicamente serve in un macchinario per lavorare al meglio. Esempio concreto sono i martelli in fusione speciale, nati con uno studio in partnership con la vostra Università di Padova. Quando li ho provati ho visto una radicale differenza nelle usure e nella qualità degli output.

 

In questi ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti nel mercato tedesco dei rottami? Che futuro si prospetta in Germania in questo settore?

Certamente negli ultimi anni ci sono stati importanti cambiamenti, dovuti sia da fattori interni che sterni. In Germania la crisi del settore automobilistico ha causato un calo di acquisto delle fonderie. La chiusura della Cina permette di mantenere più rottame all’interno dei nostri confini ma riscontriamo penuria nella qualità.

Il futuro del settore sarà incentrato nel trattamento del rottame e nella valorizzazione dei metalli.

Quando la Cina riaprirà l’import lo farà solo per i semilavorati e la Germania è una nazione che necessita di materia prima di ottima qualità per i suoi prodotti. Non ha quindi senso continuare nella commercializzazione del rottame tale quale. Uno dei nostri maggiori punti di forza  è la qualità dei metalli in output. La combinazione tra la mia esperienza tecnico-commerciale e l’utilizzo dei macchinari Panizzolo sarà l’arma vincente per i prossimi anni a venire.

 

Che consiglio darebbe alle aziende tedesche che vorrebbero installare un impianto di trattamento?

Che sfortunatamente non ci sono grosse scorciatoie. Devi avere ben chiaro cosa vuoi ottenere alla fine del processo produttivo. Bisogna essere sempre al passo con quello che richiede il mercato e costruirsi il proprio bagaglio di esperienze come ho fatto io. Trovare un fornitore tecnologico di fiducia non è semplice e purtroppo molti si spacciano per quello che non sono. Fortunatamente io ho potuto trovare in Panizzolo un valido partner che progetta ottimi macchinari e che mi permette di massimizzare la valorizzazione dei metalli che vendo.


QUALI MISURE VENGONO VARATE A TUTELA DELL’ECONOMIA?

QUALI MISURE VENGONO VARATE A TUTELA DELL’ECONOMIA?

L’emergenza COVID-19 ha portato paura e incertezza sia sul fronte della salute personale sia sulla stabilità dei mercati e delle aziende. Ad oggi è difficile stimare le conseguenze, ma i governi stanno agendo per limitare gli effetti negativi.

Panizzolo Recycling Systems comunica la propria vicinanza a tutti i collaboratori, dipendenti, clienti e fornitori. Un recente articolo del sole 24 ore[1] sottolinea quanto il nuovo coronavirus stia paralizzando l’economia mondiale come solo la crisi economica 2007-2008 ha saputo fare. Se non anche di più.

A fianco del clima di preoccupazione generale, tuttavia alcune notizie delle scorse settimane hanno ipotizzato un nuovo miracolo a portata di mano[2]. L’Europa che fino a poco tempo fa sembrava concentrarsi solo sulla salute della popolazione, si sta rendendo conto che nel prossimo futuro gli effetti potrebbero essere quelli di una economia di guerra. Dunque davanti ad eventi straordinari occorrono azioni straordinarie.

Dopo un primo momento di tensione legata alla vendita impazzita di titoli, l’intervento di stati e banche centrali ha dato sollievo alla finanza europea. Contributi fondamentali sono stati dati dalla presidente Bce con piano di credito bancario alle pmi, mentre Bruxelles ha sospeso di fatto il Patto di stabilità[3] per tutti i paesi europei. Agli investitori è piaciuta anche la manovra del governo italiano che lunedì 16 marzo ha stanziato 25 miliardi di euro con il Decreto Cura Italia[4]. Alle aziende vengono in questo modo sospesi gli adempimenti fiscali, i pagamenti con le pubbliche amministrazioni e altre agevolazioni verso i dipendenti. Un toccasana per Piazza affari, che si sta lentamente rialzando.

Ma a noi cosa cambierà?

Arriverà il giorno in cui la crisi sanitaria sarà finita e lentamente dovremmo rialzarci in un’economia totalmente diversa, dove sono state scardinate logiche che prima sembravano indiscutibili.

Nel nostro settore le previsioni più positive riguardano il business dei servizi e delle materie prime. Puntando a massimizzare la valorizzazione dei metalli potranno avere maggiori probabilità di rialzarsi per primi e rilanciare l’Economia Circolare con maggiore slancio. I governi si stanno muovendo in quella direzione e anche Panizzolo Recycling Systems cerca di fare la sua parte, proponendo pacchetti di riciclaggio di alta qualità che sappiano ottimizzare maggiormente l’investimento delle aziende. Si dice che “è sempre più buio prima dell’alba”. Chissà, magari siamo alla vigilia di un nuovo miracolo economico?

 

 

 

[1]  https://lab24.ilsole24ore.com

[2] https://www.proiezionidiborsa.it

[3] https://www.ilsole24ore.com

[4] http://www.governo.it


COVID-19: LASCIA IL VIRUS FUORI DALLA PORTA

COVID-19: LASCIA IL VIRUS FUORI DALLA PORTA

Gentili clienti,
Il governo italiano ha proclamato un ulteriore giro di vite per combattere il dilagare del COVID- 19. Con apposito decreto viene dunque sospesa l’attività lavorativa non essenziale in tutta la penisola italiana.
Mettiamo dunque in pausa le nostre sedi fisiche e proseguiamo, dove possibile, con lo smart working. Tutto il team Panizzolo ha dato massimo supporto per proseguire da remoto il proprio lavoro. Vi garantiamo che risponderemo a TUTTE le richieste dando priorità alle più urgenti.

Vi terremo aggiornati sull’evoluzione della situazione.
Grazie da tutto il team Panizzolo


CONCORRENZA ETICA: ACCOGLIMENTO DEL RICORSO PANIZZOLO

CONCORRENZA ETICA: ACCOGLIMENTO DEL RICORSO PANIZZOLO

Fondamentale per il nostro mercato, la concorrenza stimola l’innovazione aziendale. Tuttavia quando affiorano imprenditori che vengono meno alla correttezza professionale, lo svantaggio ricade nei clienti che acquistano.

«È la concorrenza che tiene in moto il mondo, non l’amore.» scrisse William Faulkner, premio nobel per la letteratura nel 1949.

Storicamente competizione e concorrenza hanno portato molti benefici alla società. La serrata corsa alla Luna tra Stati Uniti e Unione Sovietica, per esempio, ha avuto importanti ricadute positive nei campi della medicina, delle telecomunicazioni e dell’ingegneria civile. Allo stesso modo nel moderno mercato il confronto tra imprese è di vitale importanza.

Per tutelare la redditività dell’investimento dei nostri clienti, Panizzolo Recycling investe continuamente in Ricerca & Sviluppo e mantiene un’alta etica commerciale con tutte le aziende del settore del trattamento dei rifiuti metallici. Le soluzioni di riciclaggio Panizzolo rappresentano anni di conoscenze dirette, la cui concreta qualità è riconosciuta da clienti e concorrenti. Ben venga dunque che i competitor ci spronino ogni giorno a migliorare.

Ma cosa succede quando viene meno la correttezza professionale e alcune aziende iniziano ad abusare di questo diritto? A seconda dei casi possono essere avviati comportamenti pericolosi come, per esempio, atti di confusione (l’imitazione), atti di denigrazione, dumping (ossia la vendita sotto costo) e altro ancora. La zona d’azione è molto grigia e ovviamente i casi devono essere valutati nelle opportune sedi, dove la giurisprudenza tutela chi ne ha diritto.

Ma nel frattempo chi è la vera vittima? È il cliente finale. Senza corretti parametri di paragone, anche le sue scelte possono risentire di dinamiche concorrenziali alterate e non sane. Quando l’etica commerciale viene meno, cosa resta dopotutto?

Coscienti di possedere prodotti unici e innovativi, vigiliamo sul mercato affinché una sana concorrenza tuteli tutti i nostri clienti.

Sfortunatamente di recente Panizzolo si è vista impegnata in un contenzioso nei confronti di un’azienda italiana che riteneva responsabile di illeciti per concorrenza sleale e per violazione di segreti industriali compiuti in suo danno.

La sezione specializzata del Tribunale di Venezia, con ordinanza cautelare pubblicata il 24.02.2020 – RG n. 8435/2018, ha riconosciuto che la documentazione su cui era richiesta tutela era verosimilmente dotata di valore economico e poteva garantire un vantaggio competitivo sul mercato. Pertanto, all’esito del procedimento, con decisione allo stato ancora modificabile nelle successive fasi di giudizio, il Tribunale nel riconoscere che “Consta che effettivamente sia stato sottratto alla ricorrente [Panizzolo, ndr] il suo know-how tanto tecnico quanto commerciale e che sia stato utilizzato dalla resistente” e che “Pertanto, va concessa l’inibitoria in modo da impedire alla resistente l’utilizzo delle informazioni riservate, che le attribuiscano nei rapporti concorrenziali con la ricorrente un vantaggio competitivo illecito (…)”, ha così ordinato:

 

“P.Q.M. [Per questi motivi, ndr]
Ordina alla resistente [nome] di non utilizzare le informazioni riservate di pertinenza della ricorrente [Panizzolo, ndr] ed oggetto del provvedimento di descrizione”.

Questa sentenza di accoglimento del Tribunale di Venezia rafforzare la nostra attività di vigilanza nel mercato. Siamo riconosciuti per l’alta qualità delle nostre soluzioni di riciclaggio, quindi vogliamo che le aziende possano scegliere con trasparenza le migliori armi per il loro business.


Emergenza COVID-19: PANIZZOLO NON SI FERMA

Emergenza COVID-19: PANIZZOLO NON SI FERMA

“Gentili clienti,

Visto il perdurare dell’allarme sanitario relativo al COVID-19, desideriamo aggiornarvi e rassicurarvi sulla situazione nel nostro territorio e nella nostra azienda.

Panizzolo Recycling Systems prosegue a pieno regime la propria attività produttiva, confidando che la situazione di allerta possa risolversi in breve tempo.

In linea con il decalogo pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’azienda ha adottato appropriate misure per garantire la salute dei propri dipendenti e ad oggi non risultano problemi di alcun genere.

Le attività dunque continuano regolarmente per garantirvi i livelli di servizio di sempre. Confidiamo in un vostro sostegno e crediamo che il nostro impegno possa supportare il settore e l’intero paese nel superamento di questo momento di difficoltà.

Sarà nostra premura tenervi aggiornati sull’evoluzione della situazione. I nostri uffici sono a disposizione per fornirvi qualsiasi informazione.

Grazie dal tutto il team Panizzolo”


Al via il nuovo ciclo di interviste firmate Panizzolo: Andrea Pensotti Com.Steel

Al via il nuovo ciclo di interviste firmate Panizzolo: Andrea Pensotti Com.Steel

Al via il nuovo ciclo di interviste firmate Panizzolo.
Il primo intervistato è Andrea Pensotti, socio titolare di Com.Steel Spa.

Leader nel settore dei rottami metallici e ferrosi e con rapporti commerciali in tutto il mondo, Com.Steel Spa si propone come partner di aziende che operano con serietà, professionalità e nel rispetto dell’ambiente. Attualmente l’azienda tratta e commercia tutte le principali categorie di rifiuti metallici e ferrosi.

Come è nata Com.Steel e come state lavorando oggi? Ci può parlare di lei e dall’azienda?  

Com.Steel nasce trent’anni fa da mio papà, mio fratello Edoardo e da me.

Edoardo gestisce tutta la fase commerciale e produttiva mentre io seguo la parte ambientale e amministrativa. Per i primi 10-15 anni ci siamo focalizzati sul trattamento dei cavi elettrici, con un impianto da 50-60 ton/giorno di prodotto macinato. Nel corso degli anni abbiamo poi deciso di diversificare il materiale trattato, andando quindi a toccare tutti i vari settori. Per i primi 14 anni la sede era situata in provincia di Lecco, in un sito di circa 5 mila mq. Nel momento in cui abbiamo iniziato a diversificare e sviluppare i vari settori di trattamento, è nata la necessità di maggiore spazio per gestire i flussi e la logistica. Ci siamo quindi trasferiti nel 2003 nell’attuale sede di Calusco d’Adda, in uno spazio di 20 mila mq. In questo modo siamo riusciti a sviluppare ulteriormente le varie tipologie di rottami metallici, specializzandoci nel mondo dell’acciaio inossidabile. In questi anni abbiamo iniziato a lavorare con le più grosse acciaierie italiane ed europee.

L’obbiettivo di oggi e del futuro di Com.Steel è quello di trattare più categorie possibili di rottami metallici e di massimizzare la valorizzazione dei metalli contenuti. Ciò ti permette di non essere succube dei capricci del mercato e di suddividere il rischio aziendale. Queste peculiarità ci hanno consentito di imporci come principale player nel mercato italiano e mondiale nell’acquisto e vendita di rottami metallici, tanto che da tre anni stiamo lavorando alla costruzione della nuova sede.

 

Potrebbe parlarmi del vostro organico aziendale?  In quanti siete e come sono suddivisi i ruoli?

Attualmente abbiamo un organico di circa 30-40 persone, compreso un ufficio dedicato all’acquisto dei metalli. Dall’arrivo del carico abbiamo uno staff solo al controllo conformità e qualità, per poi essere incanalato da addetti alla logistica alla corretta zona di carico o scarico. 11 mezzi permettono la movimentazione del rottame metallico, mentre una squadra interna di manutentori assicura la costante efficienza degli impianti di riciclaggio. Nella nuova sede si aggiungeranno due macchinari elettrici per il trattamento dei rifiuti, mentre la previsione per il personale è di implementarlo almeno a cento persone. Attualmente per l’impianto di riciclaggio Panizzolo sono dedicate 5 persone, mentre nella nuova sede aumenteranno.

 

Come è distribuita la vostra presenza tra Italia e Estero?

L’Italia resta sempre uno dei più importanti mercati di sbocco per la vendita del prodotto finito, economicamente pari all’ 80% del fatturato. A differenza l’acquisto del rottame metallico si suddivide a metà tra Italia ed estero. La vendita viene fatta solo ad acciaierie e trafilerie. Ad oggi le acciaierie e le trafilerie italiane sono il miglior bacino di vendita presente in Europa e sono sempre più esigenti sulla qualità del prodotto che acquistano. Esigenti sia rispetto al rapporto resa-fusione del prodotto che al consumo energetico. Evitano un prodotto non raffinato in modo ottimale perché crea costi supplementari di gestione e miscelazione nei forni, oltre al fatto che non rientra nei parametri di analisi interna.

Bisogna fornire alle acciaierie un prodotto che sia ritenuto qualitativamente buono da comprare. In caso contrario scatta la selezione naturale: o sei dentro ai loro parametri o sei fuori dalla lista di aziende da cui acquistano.

Per questo motivo in Com.Steel la qualità del prodotto è un fattore determinante su cui puntare.

 

Questa è anche la visione del prossimo futuro del mercato del rottame? 

Assolutamente. Nella nuova sede che stiamo costruendo abbiamo messo a budget più di 4 milioni di euro per strutturare un impianto di riciclaggio completo di macinazione, raffinazione e selezione dei rottami metallici. Il cuore operativo è l’impianto di riciclaggio Panizzolo, fondamentale per macinare e ridurre il materiale ad una pezzatura perfetta per le attrezzature di selezione a valle.

 

Passiamo quindi al rapporto Com.Steel – Panizzolo e Com.Steel – macchinari Panizzolo.

Conosciamo Panizzolo da molto tempo ed eravamo vostri clienti fin da prima che iniziaste a vendere impianti di riciclaggio, quando esisteva solo la vostra attività di macinazione motori auto nella sede storica di Piove di Sacco. Da qui caricavamo una media di 2/3 autotreni al giorno di frantumato di ferro. Nel momento in cui Panizzolo ha iniziato a progettare e vendere soluzioni di riciclaggio, i modelli di mulini a martelli trasportabili sono stati talmente apprezzati da Com.Steel che abbiamo deciso di metterne giù uno ed iniziare anche il trattamento del barattolame con bada stagnata da RSU.

Perché all’epoca avete scelto Panizzolo come fornitore di impianti di riciclaggio?

Perché io e mio fratello siamo andati a vedere l’impianto di frantumazione a Piove di Sacco, quello con cui Panizziolo lavorava quotidianamente. Ci è piaciuto da subito perché era costruito con l’esperienza di chi ogni giorno lavora sugli impianti di riciclaggio. Tra il dire e il fare la differenza è parecchia.

 

Quindi l’esperienza diretta ha inciso fondamentalmente nella scelta di acquisto?

Assolutamente. I mulini a martelli Panizzolo posseggono determinati dettagli che solo l’occhio di chi ci lavora ogni giorno sa cogliere. Certi accorgimenti che nascono solo con l’esperienza diretta. Esempi possono essere molteplici: il rotore, la camera di macinazione e soprattutto la culla inserita nei mulini. Tutti plus che Panizzolo ha sempre saputo ribaltare sugli impianti che progetta e che vende.

 

Secondo lei culla intercambiabile brevettata è importante nella lavorazione del mulino a martelli?

La culla è fondamentale per il cambio veloce delle griglie in fase di manutenzione. Cosa che coincide con gli accorgimenti che nascono solo con l’esperienza diretta: la culla intercambiabile è fondamentale ma è decisivo anche il fatto che Panizzolo abbia progettato un macchinario semplice da manutenere, con un veloce accesso alla camera di macinazione. Effettivamente noi, che abbiamo un team interno dedicato solo alla manutenzione, teniamo sia culla che rotore doppi in modo da doverci fermare il minor tempo possibile. A lungo andare evitare questi tempi morti paga più che abbondantemente il fatto di avere dei doppioni a terra.

 

Questa velocità di manutenzione e sostituzione di culla e rotore hanno portato quindi dei benefici nel tempo?

Sì, sia in fase di manutenzione sia per i cambi di settaggio nel mulino a martelli. Con una macchina che lavora circa 10-11 ore al giorno ridurre notevolmente i tempi fermi di manutenzione si ripercuote in maniera importante nella produttività nel lungo periodo.

 

Però anche altre aziende del settore forniscono mulini con rotori intercambiabili.

Sì, però loro la culla non ce l’hanno e il cambio del rotore e delle altre componenti è strutturato in maniera completamente diversa. Molto più macchinosa.

Con l’avvio della lavorazione del primo mulino a martelli, è stata confermata la qualità che vi aspettavate?

Assolutamente. Oltretutto noi siamo già al terzo modello di mulino a martelli che acquistiamo da Panizzolo. Eravamo partiti con un Flex 1000 Mobile nel 2014. Poi siamo passati ad un Flex 1300 Mobile nel 2016, dove abbiamo aggiunto vari accessori di separazione. Nella nuova sede passeremo a maggio-giungo 2020 al mulino a martelli Mega 1500.

 

Cosa vi ha fatto riconfermare Panizzolo anche per il modello Mega 1500?

Chiaramente la scelta è stata fatta perché la linea di costruzione è stata mantenuta alla stessa qualità e professionalità delle stesse linee precedenti. Il mulino diventa più grande ma il concetto di come lavora è lo stesso, se non migliore. Per esempio il sistema di carico con piano oscillante. Sui precedenti modelli ci siamo trovati sempre bene, quindi non abbiamo nulla da temere sul prossimo modello.

 

All’inizio avevate scelto un impianto mobile, come mai questa preferenza?

I motivi sono tendenzialmente due. Il primo è che erano impianti di riciclaggio con potenza minore rispetto al Mega 1500. il secondo problema era lo spazio. Mentre nel nuovo sito avremo una zona dedicata al nuovo impianto di macinazione, nell’attuale sede avevamo troppo poco spazio per un impianto stazionario. La scelta quindi è ricaduta sui modelli mobili, compatti e completi di insonorizzazione, carico, trasporto e prima separazione.

 

Che produzione fate attualmente?

Oggi il barattolame con banda stagnata è il secondo prodotto che carichiamo in Com.Steel. Con l’attuale modello Flex 1300 Mobile andiamo dalle 60 alle 100 ton/giorno di caricato. A differenza di finito, a seconda di quanto è inquinato l’input, produciamo  una media di 80 ton/giorno.

 

Dopo l’avviamento del nuovo mulino Mega, quali sono i programmi produttivi?

Il nuovo Mega 1500 verrà usato come sgrossatore, preparando il materiale per il Flex 1300 Mobile. La nostra esperienza nella lavorazione del materiale ci ha insegnato molte cose, tra cui la più importante è che un prodotto di qualità in output necessita dei giusti step di lavorazione. Non esistono macchine che fanno tutto in un unico passaggio, che siano rottami ingombranti o cavi elettrici. Non esiste perché alla fine perdi sia la produttività che la qualità. Nella nuova sede aumenteremo sicuramente il flusso di barattolame in entrata. Dalle circa 2 mila ton/mese che oggi facciamo di media, passeremo tranquillamente alle 4-5 mila. Tutto il gioco starà in come Com.Steel vorrà interfacciarsi con le griglie e un aiuto fondamentale arriverà dalla culla intercambiabile di Panizzolo sia del Mega 1500 che del Flex 1300 Mobile. Non abbiamo dubbi che potremmo contare su produttività di almeno 350 ton/giorno.

 

Potrebbe darmi maggiori informazioni sulla nuova sede?

Col passare degli anni l’attuale sede è diventata troppo piccola per i flussi di materiali. Giornalmente circolano 120 autotreni tra ingressi e uscita e circa 270 mila tonnellate annue di metallo trattato. Per questo motivo circa 3 anni fa abbiamo avviato un progetto di trasferimento in uno stabilimento più grande.

Nella nuova sede di 66 mila mq, cuore del ciclo di trattamento sarà l’impianto di macinazione Panizzolo.

Con il nuovo sito, oltre ad incrementare la produttività, potremmo ampliare il ventaglio di materiale trattato da Com.Steel. Un esempio è tutto quel rifiuto cascame prodotto da altri impianti di trattamento, ancora ricco di metalli e che al momento ha come unico sbocco la discarica. In quest’ottica non escludiamo la possibilità di installare un altro impianto, con un mulino a martelli sicuramente Panizzolo.

 

Cosa ne pensa dello slogan “è tempo di valorizzare al massimo i metalli”, introdotto da Panizzolo a Ecomondo 2019?

Sicuramente più che uno slogan è un obbligo, una mission che devono far proprie tutte le aziende del settore. Per continuare ad avere punti di sbocco dove vendere il prodotto le aziende devono intraprendere assolutamente questo percorso ilprima possibile. Le fonderie, acciaierie e trafilerie vorranno sempre maggiore qualità, mentre a causa della chiusura della Cina si è innalzata la richiesta in Europa e nel mondo di rifiuto da lavorare. Molti sperano nel fatto che presto la Cina riaprirà le porte, ma devono convincersi che lo farà solo per i semi-lavorati per le loro fonderie. Stessa questione per chi, ad oggi, cerca vie traverse in altri paesi orientali. Sono sbocchi che valgono per il tempo che valgono, instabili e fisiologicamente destinate a chiudersi.

 

Presso la nuova sede intraprenderete qualche politica ambientale?

Sicuramente. Anzi, stiamo agendo attivamente in questa direzione. Prima di tutto, per togliere la maggior quantità di traffico possibile, abbiamo costruito direttamente noi una nuova strada, lunga più di 1 km più, e un ponte sopra la ferrovia. Avendo un’importante flusso di materiale trattato annualmente, circoleranno circa 330 autotreni al giorno e non vogliamo che questo si ripercuota sulla vita della vicina città di Calusco d’Adda. Gli stessi autotreni avranno apposite zone di parcheggio aperte giorno e notte all’interno del nostro stabilimento, riducendo ulteriormente l’impatto sulla circolazione.

In secondo luogo stiamo installando un impianto fotovoltaico progettato per produrre circa 2 MegaWatt di energia, destinato al parziale utilizzo degli impianti di trattamento. Ovviamente la restante potenza necessaria verrà fornita da Enel che, come sappiamo, è il primo produttore italiano di energia da fonti rinnovabili.

 

Dal vostro punto di vista di esperti imprenditori del settore, quali consigli dareste alle aziende per affrontare il futuro?

Nel mondo del rottame metallico post duemila non c’è più spazio per il commercio per come l’abbiamo conosciuto. Il presente si muove verso la lavorazione e la raffinazione dei metalli.  Le acciaierie andranno a saturare il mercato all’acquisto diretto del prodotto pronto forno, senza bisogno dei commercianti. Lavorare il materiale non vuole dire installare una cesoia o una pressa, ma bensì produrre un proler finito e arrivare fino a recuperare il più possibile lo scarto che esce dalla lavorazione per evitare il conferimento in discarica.

 

Meno discarica e più recupero?

Il meno possibile deve andare in discarica. Negli ultimi due anni, a causa anche del discorso Cina, il costo di conferimento si è quintuplicato. Le discariche stanno chiudendo e nei prossimi anni verranno completamente sostituite dai termovalorizzatori. Per esempio tutti gli scarti che Com.Steel produce dagli impianti di riciclaggio Panizzolo vanno conferiti completamente a termovalorizzatori. Quest’ultimi producono energia e calore, quindi andiamo ad alimentare un ciclo virtuoso.

 

Quali sono le fonti di informazione da cui attingete per il mercato?

Essere informati sulle ultime novità, oggi come non mai, è fondamentale per un’azienda del nostro settore. Noi siamo sia iscritti che sponsor di SiderWeb, principale piattaforma web per le novità del mercato metalli.  Abbiamo continui rapporti con realtà che monitorano e pubblicano statistiche. Tuttavia fondamentale resta sempre parlare direttamente con i maggiori player come le accierie.

 

Come utilizzatore diretto, che consigli darebbe ad un’azienda che sta valutando l’acquisto di un impianto di macinazione come il mulino a martelli?

Vi sono molteplici punti di vista da analizzare. Prima di tutto la semplicità di manutenzione e sostituzione delle componenti soggette ad usura, tramite veloci accessi alla camera di macinazione. Poi la resistenza dei componenti, della cassa, del rotore e di tutti i componenti che intervengono alla lavorazione. Lavoriamo in un ambiente dove il mulino a martelli è soggetto ad importanti sollecitazioni ed è continuamente sottoposto ad urti. L’integrità di queste parti diventa fondamentale nel lungo periodo. Ovviamente il mulino non è fatto solo dalla camera di macinazione. È importante tutto quello che circonda la macchina: efficiente alimentazione, la trasmissione tra motore e rotore dove là ci deve essere dello studio e della tecnologia di qualità. Alla fine la semplicità deve venire prima di tutto: con manutenzioni semplici e rapide la macchina può restare in produzione più tempo possibile.

Il consiglio essenziale è di non cadere nella presunzione di voler fare tutto con un unico impianto di riciclaggio.

 

Non bisogna dar retta a quelle aziende che propongono queste soluzioni. Ogni prodotto necessita di adeguati martelli, griglie e calibrazioni. All’acquisto del primo mulino a martelli non avevamo ancora tanta esperienza, tuttavia Panizzolo ha saputo consigliarci con trasparenza quale fosse il miglior ciclo di trattamento. Una fiducia che gli abbiamo dato per la sua esperienza diretta e che ancora oggi è abbondantemente confermata. In tutti questi anni i mulini hanno lavorato senza problemi un materiale “bastardo” come il barattolame a banda stagnata.