IL GLOBAL RECYCLING DAY E LA COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI PADOVA

Annualmente ricade il “Global Recycling Day” e “L’Earth Day” rispettivamente a marzo e aprile. Tema di quest’anno sono i “Recycling Heroes”, ossia quelle persone che ogni giorno contribuiscono ad un futuro più verde per il nostro pianeta. Con queste premesse Panizzolo Recycling Systems ha organizzato, grazie alla collaborazione della Dott.ssa Antonella Panizzolo, uno specifico web open day per gli studenti del corso di studio "Tecniche della prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro" dell’Università di Padova.

Per le aziende è importante portare maggiore conoscenza sulla concretezza lavorativa e fornire agli studenti maggiore professionalità nei loro futuri ruoli. Ne parliamo meglio con la dott.ssa Antonella Panizzolo, docente del corso presso l’Università di Padova.

Con la recente emergenza COVID-19 abbiamo dovuto modificare il programma per motivi di sicurezza, trasformandola in una online lesson. Tramite filmati e interviste abbiamo mostrato per quali motivi la nostra azienda è certificata nella produzione di materia prima seconda e in che modo operano i nostri impianti a ciclo di trattamento End-of-Waste.

Ci può fare una breve presentazione di lei, del suo percorso di studio e della sua carriera all’Università di Padova? 


Ho conseguito la laurea in Tecniche della Prevenzione presso l’Università degli Studi di Padova e svolgo, da  20 anni, l’attività di tecnico della prevenzione presso un ente pubblico dove mi occupo sia di ambiente sia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Quali sono gli obiettivi dei corsi di studio che dirige?

Dal 2014 e fino al corrente anno accademico 2019/2020 mi è stato attribuito un contratto per l’insegnamento di Prevenzione Verifica e Controllo dell’Ambiente e Prevenzione degli Infortuni (Classe: L/SNT4 – Professioni sanitarie della prevenzione) nel corso omonimo abilitante alla professione sanitaria di tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro di cui al D.M. 58/97. Il Decreto Ministeriale citato che istituisce  la figura del Tecnico della Prevenzione lo definisce come quell’operatore sanitario che, “in possesso del diploma universitario abilitante, è responsabile, nell’ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria. Il Tecnico della Prevenzione svolge attività istruttoria, finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico sanitari per attività soggette a controllo”.

Per quanto concerne la docenza, il corso universitario si articola in lezioni frontali, esercitazioni e visite guidate negli impianti di riciclaggio maggiormente significativi per la formazione degli studenti quali possono essere le discariche, i depuratori, gli impianti di compostaggio e gli impianti di gestione di rifiuti. Fondamentale per gli studenti è la conoscenza della normativa ambientale che comprende in primis lo studio del testo unico ambientale, il D. Lgs.n. 152/06 e s.m.i. con particolare riguardo alla parte IV relativa ai rifiuti, nonché la normativa tecnica di settore soprattutto in materia di recupero.

 

Credo sia importante che gli studenti possano acquisire, parallelamente alle conoscenze teoriche, le applicazioni pratico-tecniche e i principi fondanti della prevenzione e protezione degli ambienti di vita e di lavoro e in questo senso è fondamentale per loro poter visitare gli impianti di riciclaggio.

Al termine del percorso di studio, quali sono i ruoli che andranno a ricoprire i suoi allievi?

Il corso di laurea in Tecniche della Prevenzione prepara gli studenti a svolgere la futura attività professionale come “professionisti della salute” sia nel Servizio Sanitario Nazionale – nell’ambito della prevenzione, controllo e vigilanza – sia in regime di libera professione.

I Tecnici della prevenzione alle dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale o delle Agenzie per l’Ambiente potranno collaborare con l’Amministrazione Giudiziaria per indagini di interesse sanitario e ambientale, svolgere compiti ispettivi e di vigilanza e attuare controlli al fine di accertare l’idoneità autorizzativa nonché formulare pareri sulle irregolarità rilevate mentre, nel settore privato, potranno occuparsi di consulenza in materia di Igiene degli Alimenti, Protezione Ambientale, Sanità Pubblica Veterinaria, Igiene e Sanità Pubblica o Sicurezza nei Luoghi di Lavoro.

 

Ci può spiegare l’importanza della sua iniziativa nell’accompagnare i suoi allievi a visitare le aziende che intervengono nel trattamento dei rifiuti?
 

Ritengo molto importante che gli studenti possano vedere de visu quali sono le attività di recupero che, partendo da volumi di rifiuti, consentono di ottenere materie prime come avviene nel caso della vostra azienda che si occupa sia della trasformazione dal rifiuto a risorsa e parallelamente si occupa di produrre mulini a martelli per la valorizzazione dei metalli pronti alla vendita sul mercato. A fianco dell’attività di formazione in impianto di riciclaggio il programma d’insegnamento si occuperà di analizzare le procedure autorizzative alle quali sono soggette le aziende che si occupano del recupero dei rifiuti.

 

Annualmente il 18 marzo ricade il “Global Recycling Day”. Quest’anno il tema sarà “Recycling Heroes” per riconoscere le persone che maggiormente contribuiscono per un futuro ecologico del nostro pianeta. Secondo lei i suoi allievi saranno i prossimi Recycling Heroes? In che modo?

Nel mondo giovanile c’è molta più consapevolezza delle problematiche e criticità ambientali rispetto a quella delle generazioni “adulte”. I giovani stanno dimostrando un forte interesse alle tematiche ambientali dall’inquinamento al riscaldamento globale del clima e i movimenti dei Fridays for future per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico – che vedono come prima attivista Greta Thunberg – ne sono una dimostrazione. In questo senso anche gli studenti di questo corso hanno tutti i titoli per essere candidati Recycling Heroes.

 

Secondo lei cosa dovrebbero fare le aziende di trattamento rifiuti per ridurre l’impatto ambientale?

Nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti e l’UE al fine di promuovere il passaggio e lo sviluppo dell’economia circolare alternativa all’attuale economia lineare sta aggiornando la propria legislazione in materia di rifiuti.

Le imprese del settore spesso mancano in consapevolezza e conoscenze per mettere in pratica le soluzioni di economia circolare, altre volte non risultano sufficienti gli investimenti nel miglioramento dell’efficienza o sono considerati rischiosi e complessi. È pertanto opportuno, a mio parere, che le aziende stabiliscano un rapporto con i centri di ricerca universitari.